Negli ultimi anni, le famiglie italiane stanno affrontando una crescente difficoltà economica. L’inflazione continua a spingere verso l’alto il costo della vita, in particolare quello dei beni essenziali, mentre le retribuzioni reali rimangono sostanzialmente ferme. Un divario che pesa sulla quotidianità di cittadini, lavoratori e imprese.
Un contesto economico sempre più complesso
La nuova nota congiunturale ISTAT (novembre 2025) conferma una tendenza ormai evidente: il potere d’acquisto delle famiglie italiane si sta costantemente riducendo. Aumento dei prezzi, consumi più deboli e salari che non tengono il passo stanno creando una pressione costante sulle economie domestiche e sulle imprese che cercano di sostenere i propri dipendenti.
I principali aumenti che incidono sulla vita quotidiana
Negli ultimi quattro anni, i prezzi dei beni alimentari – la voce più sensibile per il bilancio familiare – sono cresciuti di circa +25%. In alcuni casi, come per prodotti freschi, vegetali e derivati del latte, i rincari sono stati ancora più pesanti.
Contemporaneamente, i salari reali sono diminuiti di quasi il 9% rispetto al 2021. Anche se alcune categorie hanno ottenuto aumenti contrattuali, questi non sono stati sufficienti a compensare l’inflazione accumulata.
Il risultato è chiaro: le famiglie spendono di più e acquistano di meno, e una parte crescente del reddito è assorbita dalle spese essenziali.
Impatti concreti sulle famiglie
Questa dinamica si traduce in:
- un carrello della spesa più caro,
- minore capacità di risparmiare,
- rinuncia a beni o servizi non essenziali,
- aumento del ricorso al credito privato,
- difficoltà crescenti per chi ha redditi medio-bassi.
Il potere d’acquisto eroso non incide solo sulla vita quotidiana, ma anche sul benessere futuro delle famiglie.
Le imprese tra costi crescenti e salari fermi
Molti imprenditori vorrebbero sostenere i propri dipendenti con aumenti salariali adeguati, ma si trovano a loro volta schiacciati dall’aumento dei costi operativi, energetici e finanziari.
Per questo sempre più aziende ricorrono al welfare aziendale. È uno strumento utile, ma spesso limitato da:
- vincoli normativi e fiscali,
- disponibilità economica ridotta,
- scarsa flessibilità,
- impossibilità di compensare completamente la perdita di potere d’acquisto.
Il welfare tradizionale, da solo, non basta più.
Il modello Remunero aiuta famiglie, imprese e territori
Il modello Remunero nasce proprio per rispondere a questa situazione, offrendo una soluzione innovativa e sostenibile. Come?
- un welfare più efficace. Remunero permette alle aziende di sostenere i propri dipendenti attraverso un sistema più flessibile, che aumenta il valore effettivo del beneficio ricevuto, fino al 30% dello stipendio netto esente da tassazione per datore e dipendente e verticalizzabile sul singolo dipendente – non per categorie omogenee – con considerevole vantaggio per entrambe le parti.
- più potere d’acquisto per i cittadini. Attraverso Remunero, l’equivalente della tassa rifiuti TARI viene restituita ai cittadini: è un vantaggio concreto, che incide davvero sulla spesa quotidiana.
- sostegno all’economia locale. Il modello incentiva gli acquisti nel territorio, rafforza i negozi di prossimità e favorisce una circolarità economica che crea benefici misurabili per tutta la comunità.
Una risposta concreta alla perdita del potere d’acquisto
In un momento in cui i salari non crescono e i prezzi continuano a salire, Remunero offre una leva reale per migliorare la qualità della vita delle famiglie e supportare le imprese nel loro ruolo sociale, creando un circolo virtuoso che restituisce valore ai territori.

