L’Italia sta vivendo una stagione di forte pressione economica: i prezzi crescono, i salari restano fermi e il carrello della spesa pesa sempre di più. L’inflazione ufficiale sembra sotto controllo, ma la realtà quotidiana racconta altro: cibo, energia e affitti continuano a erodere il potere d’acquisto, costringendo sempre più famiglie a chiedere aiuto. Non è un caso che la Croce Rossa abbia segnalato un aumento del 40% nelle richieste di sostegno alimentare.
Lo Stato ha risposto con una serie di strumenti utili ma limitati. La Carta “Dedicata a Te”, ad esempio, mette a disposizione 500 euro per gli acquisti alimentari di base; il Bonus psicologo contribuisce a coprire i costi delle sedute di terapia; restano attivi l’assegno di assistenza per invalidi civili e l’assegno di natalità per chi accoglie un nuovo figlio. Tutte misure importanti, che possono alleggerire per qualche mese la vita di chi è in difficoltà.
Ma la domanda resta: possono bastare? La risposta, purtroppo, è no. Sono interventi episodici, concepiti come “tamponi” di fronte a un’emergenza che non è più straordinaria, ma strutturale. Il rischio è quello di rincorrere i problemi senza mai affrontarne le cause profonde: stipendi bassi, precarietà, consumi interni in affanno.
Ed è qui che entra in gioco la necessità di soluzioni nuove, capaci di generare benefici duraturi. Un esempio è il modello Remunero che nasce per trasformare la TARI da tassa a risorsa concreta. Ogni famiglia riceve infatti il 100% della TARI pagata, restituita una volta all’anno per 5 anni consecutivi. Ma il vero valore arriva con il coinvolgimento delle grandi catene della distribuzione alimentare attente ai bisogni delle famiglie e del territorio che, partecipando al progetto, moltiplicano questo beneficio: attraverso il corretto utilizzo del modello, la stessa cifra viene restituita fino a 6 volte in più, traducendosi in oltre 2.000 euro all’anno per cinque anni di contributo reale alla spesa quotidiana.
Soldi veri, che non si perdono in burocrazia, ma che alleggeriscono davvero il carrello della spesa e danno respiro ai bilanci familiari.
Il modello di sviluppo di Remunero è la circolarità economica: i soldi restano sul territorio, sostengono le attività, rafforzano la comunità. È un modo nuovo di pensare agli aiuti: non più un favore con scadenza, ma un valore che ogni giorno si rigenera e ritorna, dando respiro alle famiglie e stabilità alle imprese.
Se gli aiuti statali sono la risposta all’urgenza, iniziative come Remunero possono diventare la base per una resilienza economica di lungo periodo. Ed è proprio questo il salto che il Paese deve compiere: dal sollievo momentaneo a una vera prospettiva di futuro.

